Il Comune di Milano sta facendo un sondaggio sugli italiani all’estero.
Ottima iniziativa, se non fosse che di questi tempi, stando alle informazioni ufficiali, dovremmo essere oggetto di una “rilevazione” operata dai Consolati per fare parte, anche noi residenti all’estero, del grande censimento in corso in Italia.
Anziche’ essere fortunosamente coinvolti nell’encomiabile iniziativa di una singola amministrazione comunale -iniziativa che difficilimente potra’ ambire ad essere statisticamente rilevante- dovremmo quindi essere ufficialmente coinvolti dal nostro referente amministrativo, il Consolato, per una ricerca capillare e metodica perche’ :
L’occasione del censimento è infatti di particolare importanza per il MAE, in quanto consentirà di avere un’immagine piuttosto articolata delle collettività all’estero, su cui basare la pianificazione futura delle varie attività di competenza di questo Ministero.
Posto che nessun residente all’estero ufficiale di mia conoscenza e’ ancora stato contattato dal suo Consolato, ne’ ha ricevuto alcuna informazione a riguardo della fantomatica “rilevazione”, ho una domanda: quelli della mia generazione, che per lo piu’ non si iscrivono all’AIRE perche’ troppo mobili, o perche’ non vogliono perdere il medico curante in Italia, come verranno recensiti? Verranno fintamente considerati residenti in Italia dai loro genitori? Verranno cancellati dalle liste elettorali perche’ non figurano da nessuna parte?
E sulla base di che dati il Ministero pianifichera’ le attivita’ legislative che ci riguardano?
Anche sul sondaggio di Milano (che non ti chiede nemmeno se sei iscritto all’AIRE) ci sarebbe molto da dire.
Non partiamo (o almeno non solo) perche’ siamo scontenti!
Al solito, tutte le domande sono volte al “negativo”: tra i motivi per cui sei partito i compilatori del sondaggio collocano solo le negativita’ sistemiche italiane (precariato, stipendi bassi, non elevato livello professionale etc etc) e nulla di positivo: curiosita’, voglia di imparare le lingue, di mettersi alla prova.
Inoltre riflettiamo al fatto che pochissimi “emigranti contemporanei” pensano di partire “per sempre”: che ricadute ha l’emigrazione precaria e mobile su stili di vita, cittadinanza e … censimenti?
Non siamo tutti uguali!
Il Comune di Milano chiede di reagire all’idea di un incentivo uniforme per fare rientrare le persone, ma occorre piuttosto accettare che l’emigrazione e’ differenziata e quel che puo’ incentivare un ricercatore non incentiva un imprenditore, e che la chiave e’ proprio un’analisi del settore e una differenziazione delle proposte.
Non c’e’ una sola alternativa!
Infine, l’unica alternativa sempre data all’emigrazione e’ “il rientro fisico stabile”, quando si potrebbero immaginare anche forme di coinvogimento e partecipazione che non implichino (o almeno non subito) la scelta del rientro.
Questi tre punti sono, tra gli altri, quelli che motivano la nascita di Exbo, rete di bolognesi nel mondo.
Ci vediamo al Comune di Bologna il 22 dicembre alle 11h per la conferenza stampa.
E il 23 dicembre, nel pomeriggio, all’Urban Center, per un incontro pubblico.