Peccato davvero che questo film cosi’ carino, “Tous les soleils“, non abbia alcuna chance di uscire in Italia.
C’è Accorsi che insegna musica barocca a Strasburgo, alle prese con una figlia adolescente e con un fratello irresistibilmente anarchico, Neri Marcoré. Questi sobilla la postina alla ribellione, brucia le mazzette di soldi che un folle svizzero gli spedisce per i suoi quadri e prova con ogni mezzo a sensibilizzare le alte sfere internazionali riguardo il regime che si abbatte sull’Italia. Assolutamente esilarante la scena in cui la povera impiegata venuta a esaminare la domanda di asilo politico di Neri Marcoré scopre che lui in realtà è italiano. E magistrale quella in cui lui riceve la lettera del Tribunale dell’Aia: no, non possono accettare l’accusa di GENOCIDIO INTELLETTUALE contro Silvio Berlusconi. Genocidio intellettuale… si puo’ dire meglio di cosi’?
Peccato, perché in realtà avrei potuto scrivere un post soltanto sul mio sgomento e gioia nel constatare che questo regista, Philippe Claudel, ha fatto un film su uno dei miei dischi preferiti, “Antidotum tarantulae” di Christina Pluhar e l’ensemble Arpeggiata. “Fatto un film su”, significa che Accorsi tiene un corso sulla tarantella e fa ascoltare estratti del CD, prepara un concerto con un gruppo e canta “Silenzio d’amuri”, la canzone che Alfio Antico ha scritto durante la registrazione di quell’album. Una meraviglia. Essere cullati dalla propria musica preferita durante un film aggraziato e onesto come i francesi sanno fare (vedisi anche “Les femmes su 6ème étage“, per restare in tema).
Peccato, no? Che non possa parlarvi solo di questo?
E peccato anche che non abbiano scelto di mettere la Tarantella del Gargano o di farmi sentire la voce del bravissimo Marco Beasley, che canta nel CD e che l’anno prossimo verrà qui in teatro.